“Buona sera a tutti!
Mi chiamo Cadigia Hassan, sono nata a Padova da padre somalo e madre italiana. Ho vissuto i miei primi quattro anni a Mogadiscio, la capitale della Somalia. Conservo dei bellissimi ricordi della mia primissima infanzia. In famiglia parlavamo italiano, così come all’asilo delle suore della Consolata di Torino. Nel 1970, siamo rientrati in Italia, a seguito del colpo di stato filosovietico che ha portato al potere la dittatura militare.”
Lo scorso anno sono entrata a far parte della meravigliosa famiglia del Vides (Associazione di volontariato con sede in questo Istituto Maria Ausiliatrice), come coordinatrice e insegnante dei corsi di italiano per stranieri. La chiamo famiglia perché è questa la sensazione che ho percepito sin dal primo incontro con suor Anna Maria, la Presidente Gabriella e i numerosi volontari. Se dovessi paragonare la sensazione del mio primo incontro, mi viene alla mente l’immagine di un viandante che rientra a casa dopo un lungo viaggiare, e che viene circondato dalla gioia e dall’emozione dei suoi cari. E’ questa per me la vera Accoglienza: trovare qualcuno che ti viene incontro, a braccia aperte, come se ti aspettasse da molto tempo, chiamandoti per nome, trasmettendoti con gli occhi e il sorriso (sì, questo si riesce a vedere anche sotto la mascherina!) la sicurezza di esserci, di mettersi a disposizione, di sostenerti in un percorso da intraprendere assieme.
Ho sperimentato il valore vero dell’Accoglienza, e prima di offrire accoglienza e servizio, sono stata io stessa accolta: qui, in questa famiglia, legata ai valori salesiani e al cuore immenso di Maria Ausiliatrice, Auxilium christianorum, prezioso aiuto dei Cristiani.
Quest’anno 2020/2021, anno della pandemia, la nostra attività di scuola di italiano ha accolto comunque 140 migranti provenienti da 4 continenti, la maggior parte dall’Africa, gli altri in particolare dallo Sri Lanka, Pakistan, Filippine, Moldavia, Romania. Sono stati distribuiti on line in 20 corsi con circa 40 volontari.
L’accoglienza delle persone del VIDES è continua, di tutto l’anno e per chiunque, di qualsiasi provenienza, credo, lingua, cultura. Ognuno arriva con la sua storia, fiducioso che per lui inizino tempi migliori e i volontari accolgono tutti con rispetto e familiarità, lasciando trasparire tanta dignità e capacità di dono. La gioia dell’accoglienza diventa veramente dono reciproco.
L’Accoglienza, infatti, non è mai univoca, è reciprocità: chi accoglie viene a sua volta accolto, chi viene accolto accoglie egli stesso, se non nella propria casa, certamente nel proprio cuore. La sensazione di questa infinita reciprocità è difficile da descrivere, almeno per me, se non con le parole di un profondo senso di pace e di connessione. Mi sento dire spesso grazie per le cose che faccio, ma in realtà sono io che non finirò mai di ringraziare i volontari e gli studenti per la sensazione di farmi sentire ogni giorno parte di questa grande famiglia. E se arrivo a dire questo dopo un anno di sporadici incontri in presenza e di lezioni esclusivamente online, vi porto la prova che l’Accoglienza non ha barriere né di virus, né di tempo né di spazio. D’altronde ce lo dice la stessa etimologia del verbo “accogliere”, “legare assieme”: un atto di reciprocità e di responsabilità che rende entrambi – noi e l’Altro – simultaneamente ospiti e non più stranieri. Grazie.