Venerdì 10 maggio 2019, al Centro Culturale San Gaetano di Padova, si è tenuto un evento inserito all’interno del Festival Biblico (www.festivalbiblico.it), e che è consistito nella premiazione di un concorso fotografico intitolato “Mai senza l’altro” a cui hanno partecipato oltre 20 classi delle scuole medie e superiori della provincia di Padova. (Le foto sono visibili anche su Facebook al seguente indirizzo: http://bit.ly/2IOfS6T.)
La premiazione delle 10 fotografie vincitrici è stata accompagnata da un confronto tra gli studenti partecipanti e degli ospiti invitati a raccontare della loro esperienza dell’”altro”.
L’evento si è articolato in 3 fasi. La prima in cui gli ospiti si sono brevemente presentati e gli studenti sono stati invitati a descrivere il loro scatto fotografico, la seconda durante la quale i ragazzi erano suddivisi in piccoli gruppi per incontrare un ospite e infine è seguita la proclamazione dei vincitori e la consegna dei premi.
Gli ospiti invitati a incontrare i giovani erano:
-Castiglioni Luigi, pioniere del biologico da 20 anni
-Fusaro Damiano, giovane sindaco di Granze
-Krystyna Kubaczewska, mamma, autrice del libro “Ma io sorrido comunque”
-Guido Marangoni, padre, autore del libro “Anna che sorride alla pioggia”
-Busatta Stefania, già vicesindaco di Spinea
-Bettella Francesco, campione Paraolimpico di nuoto
-Alberto Zanetti, laboratori di circo sociale e giocoleria inclusiva
-Carlo Cefaloni, esperto in slotmob ed economia disarmata
-Forlin Marta, insegnante di lingua a migranti
Ciascuno è stato affiancato da un moderatore che ha aiutato a gestire il breve incontro con i dieci/quindici studenti del suo gruppo ed è stato invitato a condividere la sua esperienza rispondendo a tre domande in particolare:
- Chi sei e di cosa ti occupi/ti sei occupato?
- Chi è l’altro per te/nel tuo lavoro/nelle tue attività?
- Raccontaci di un’esperienza precisa in cui hai fatto esperienza dell’altro.
Sono Marta, ho ventuno anni, e sono stata mandata dal VIDES Veneto a portare la mia testimonianza focalizzandomi sul mio modo di incontrare l’altro durante la mia attività di volontaria, il che è strettamente connesso alla mia esperienza di vita.
Il mio gruppo era composto da dodici ragazzi maschi di seconda media e dalla loro insegnante. È stata una bella occasione di dialogo e di confronto.
Ho iniziato spiegando cos’è il VIDES, di cosa si occupa e di che cosa offre, in particolare ai giovani. Abbiamo poi riflettuto insieme su “chi è l’altro” per noi e sul nostro modo di relazionarci con gli altri ma, anche con noi stessi. E’ dal rapporto di amore e accoglienza con noi stessi che derivano gli atteggiamenti che determinano la qualità delle nostre relazioni. Dopo qualche incoraggiamento a vincere la timidezza ciascuno dei ragazzi è riuscito a esprimere la sua idea e tutte le opinioni erano positive: “l’altro è una persona che mi può aiutare/ è una persona di cui posso fidarmi/ è la persona che incontro…”. Ne ricaviamo quindi il valore dell’altro, riconoscendolo come persona unica e irripetibile con cui costruire comunità, fraternità, con cui condividere e confrontare valori, che ci permettono di superare gli ostacoli che ci impedirebbero di stare bene insieme.
Ho quindi raccontato alcuni episodi di incontri positivi ma anche di difficoltà che ho vissuto durante le mie lezioni di italiano ai migranti sottolineando la bellezza di impegnarsi a non giudicare l’altro, qualsiasi sia il suo atteggiamento nei nostri confronti. Dobbiamo essere consapevoli che ognuno è portatore di una storia con le sue ferite e che se vogliamo possiamo essere compagni di viaggi, possiamo costruire ponti. Ciascun ragazzo si è espresso anche a proposito di un valore a cui tiene particolarmente e che vuole trasmettere: “il valore dello sport come luogo d’incontro e di amicizia, il valore della positività e di donare un sorriso…”, da cui conveniamo l’importanza di fare del bene e di alimentare un circolo d’Amore di cui siamo responsabili in prima persona, partendo dall’educarci a scoprire le cose belle che generano in noi gratitudine per l’Amore ricevuto, qualsiasi sia la fonte a cui l’attribuiamo, e il desiderio di riversarlo sugli altri. Un’esperienza di gioia che non sarebbe MAI possibile SENZA L’ALTRO.
Marta Forlin