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Vengo da lontano.
Il mio è un cammino che dura da poco…
O tanto tempo?
Ora non ricordo più.
I miei piedi sono stanchi.
E quest’ombra sull’asfalto è sbiadita.
Non credo mi appartenga.
I miei passi una volta erano dipinti di fretta e mille sogni
Ora si nascondono da sguardi indifferenti gettati come una pagina stropicciata
Come vorrei che ci fosse spazio per il mio respiro
O che il mio cuore non facesse troppo rumore
Ma a volte sembra l’eco di ciò che ha sentito per troppo tempo
E non riesco a farlo tacere.
Vengo da lontano, da una terra come la tua
Da un grembo amoroso
Da una casa modesta
Vengo qui perché l’unione di mani prepotenti ha portato via sia il grembo che la casa
Qui… alcune braccia sono di ferro
Altre di panna montata
Si sciolgono con niente
Pochi abbracci sono delicati come piume e fanno volare
Pochi occhi sono innamorati del mio semplice essere
Pochissimi conoscono il mio nome
Forse la mia speranza sarà schiacciata da tutti questi indici puntati
Forse nessuno prenderà le mie difese…
Ma quando i forse diventano troppi mi nascondo nella piccola capanna
Di quella famiglia silenziosa che ascolta il battito del mio cuore
E trasforma quel forte tam-tam in note musicali.
Aspetto qui la mia rinascita.
Buone feste con tutto il cuore,
La vostra amica Julia.